Fino alla fine del fiato by Marco Magnone

Fino alla fine del fiato by Marco Magnone

autore:Marco Magnone [Magnone, Marco]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2021-02-05T12:00:00+00:00


FILIPPO

«Ero sotto il tendone… la conferenza… Il tizio, Luca, stava parlando… è caduto, e… poi non lo so che cazzo è successo» singhiozza Samu, mentre Filo si fa largo tra gli altri ragazzi stretti attorno. «Ho realizzato che ci stavano sparando addosso quando anche alcuni di noi, loro…» fa una smorfia, «tutti si sono messi a gridare, sono corso via più veloce che potevo, ed è allora che ho sentito qualcosa qui» e si stringe il braccio. «Subito non faceva nemmeno male… poi è arrivato tutto insieme.»

Rispetto al ragazzo cui Filo quel mattino ha chiesto l’ora, e che la sera prima vomitava davanti al tendone, ora Samu è irriconoscibile. La paura gli ha cambiato i lineamenti come un pugno in pieno volto. Le lacrime non smettono di rigargli le guance, e le labbra continuano a tremare.

«Cerca di respirare, con calma» fa Nando, inginocchiato davanti a lui insieme a Cecilia. Si toglie la camicia, la appallottola, gli pulisce una guancia e prova a tamponargli la ferita. Quindi, mentre le parole di Samu iniziano a rimbalzare tra i ragazzi, riempiendo la piccola chiesa di altre parole, di altre domande – incontrollate come i brividi lungo la schiena di un cavallo imbizzarrito –, si alza. Si affaccia alla porta, ma le uniche cose che vede dell’Isola, sotto di loro, sono la pioggia e il sentiero che si inabissa tra le nuvole. Ed è in questo momento che arriva l’eco di una scarica di spari.

«Dentro, dentro» urla Nando, mentre tutti iniziano di nuovo a gridare. Chiude la porta e, con l’aiuto di Cecilia, mette un tavolo di traverso.

«Gli altri?» chiede poi tornando da Samu.

«Non lo so… sono scappato e basta.»

«Dobbiamo chiamare aiuto» fa qualcuno.

«Sì, la polizia!» dice un altro.

«Giusto… dammi il cellulare» fa Gabri a Filo. Inizia a pestare con le dita, mentre cammina per la stanza. «Merda… merda… merda» dice senza fermarsi. «Non prende un cazzo» fa, tornando al fianco di Filo e lasciandosi cadere sul pavimento.

«Ascolta…» Filo prova a fargli e farsi coraggio, senza però sapere bene che dire. Ma tanto non servirebbe a niente.

«No, dio, devo parlare con i miei» continua Gabri. Prova ancora a chiamare, di nuovo inutilmente, quindi – le dita che tremano – si mette a digitare un messaggio. Poi un altro. E un altro ancora.

CHIAMATE LA POLIZIA VI PREGO. CI STANNO SPARANDO ADDOSSO. NON SAPPIAMO PERCHÉ. SEMBRA UNA SPECIE DI ATTENTATO. CI SONO FERITI. DITE CHE FACCIANO PRIMA CHE POSSONO.

HO PAURA. VI AMO TANTISSIMO.

VI PREGO NON È UNO SCHERZO.

Dopo ogni messaggio compare la scritta IMPOSSIBILE INVIARE, ma Gabri continua a provarci. Continua, fin quando una gragnuola di colpi si infrange contro la porta. Gabri si ferma, tutti restano zitti, smettono anche di respirare.

Altri colpi.

Ma non sono spari.

Però ancora nessuno si muove.

«Vi prego, siamo noi!» sentono gridare. È Erica.

«Aprite!» le fanno eco Silvia e Rasha.

Una volta dentro, le tre ragazze – fradicie di pioggia, i capelli schiacciati sulla fronte, gli occhi sbarrati per la paura – vengono fatte sdraiare a fianco di Samu, e coperte con uno dei



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